Anche la sciantosa Cecil arriva al prestigioso traguardo del doppio album dal vivo al Village Vanguard, distillando parte del sontuoso canzoniere che l’ha issata anche alla vittoria nei Grammy’s, insieme all’ormai collaudato trio guidato dal pianista Aaron Dhiel. Il programma prevede un tributo sincero nei confronti dei suoi tanti eroine che ne svelano quella versatilità capace di renderla già un personaggio da copertina internazionale. Siamo di fronte a un talento fluente, capace di muoversi attraverso situazioni diverse e di appropriarsi di eleganti canzoni proprie a Broadway ("Somehow i never could believe" è una perla non secondaria di Weill, "My man’s gone now" invece un classico di Gershwin), di ballate malandrine del calibro di "I didn’t know what time it was" e "You are my thrill" o di blues sanguigni come "Runnin’Wild". La Cecil ha un bel timbro, sanguigno e ben risonante, con una lieve deriva per un certo istrionismo che a volte la penalizza. Ma la stoffa c’è e in queste tracce (presentate anche in triplo, curatissimo, vinile) la musicalità appare sconfinata e felice da crescere ad ogni ascolto.