Roberto Gatto Quartet - Sixth Sense
Recensioni musicali

Roberto Gatto Quartet

Sixth Sense

Di: 
Pubblicata il: 9 Aprile 2021
Anno: 2015

Fiuto, chimica umorale, concatenazioni dedicate: tanti sono i modi o i costrutti verbali usati per descrivere quei momenti particolari che contraddistinguono la vita di ogni essere umano, vissuti o esperienze di diverso genere attraverso le quali scopriamo o corroboriamo sequenze e attimi di pensiero che già, dentro noi, indicavano la strada giusta da seguire o l’abbandono a taluna o talaltra situazione propedeutica al successo materiale o simbolico tanto desiderato. Ciò appare con molta evidenza all’interno di contesti musicali e ancor più nel mondo del caro e amato jazz. Gli interpreti di questo linguaggio universale hanno sviluppato le loro fortune attraverso quella prurigine interiore che gli faceva scegliere colleghi, melodie, elaborati armonici e ritmici che rispondevano alle loro aspettative e ricevevano il consenso indiscutibile della loro pancia; novelle metropolitane e aneddoti ci raccontano questo… Magari potremmo ripensare la storia del jazz mondiale attraverso la mano invisibile del "sesto senso" e dare risalto a quegli eventi. Sixth Sense, per l’appunto, è il titolo scelto da Roberto Gatto per il suo nuovo album pubblicato dalla Parco della Musica Records, esordio di questa nuova e spettacolare formazione pianoless la cui bellezza e ricchezza nasce dal ritrovarsi senza esasperazioni o forzature, cogliendo le intenzioni dell’altro anche solo attraverso la sottile frequenza del respiro emozionale. Roberto Gatto ha messo assieme un quartetto stellare composto da Avishai Cohen alla tromba, Francesco Bearzatti al sax alto e clarinetto, Doug Weiss al contrabbasso e con loro rivisita magistralmente sei capolavori di altrettanti capisaldi del jazz del passato: Sixth Sense di Dave Brubeck, Togo di Ed Blackwell, Dee’s Dilemma di Mal Waldron, Black And Tan Fantasy di Duke Ellington, Remember Rockefeller At Attica di Charles Mingus e Peace di Horace Silver ai quali sono aggiunte tre composizioni del batterista romano e Hat On The Bobcat di Alfonso Santimone. Una visione moderna di un linguaggio che attraverso la loro manifattura sonora risulta avvincente, un virtuosismo mai banale ma sempre in equilibrio tra il calore della tradizione e l’intensità delle sferzate contemporanee. Avishai Cohen e Francesco Bearzatti conversano senza remore, un gioco di tensioni che travalica la giustezza creativa, sfociando in illuminanti momenti di pura arte musicale. Il leader Roberto Gatto si trova a proprio agio con questi nuovi "compagni di giochi", predispone il suo drumming all’ascolto comune, tirando fuori dal cilindro il suo miglior batterismo, devastante ed empatico quando il flusso compositivo lo richiede e raffinato e intimista quando la ballad chiama. Un grande album da collezionare e una formazione stratosferica da non perdere assolutamente. Grazie Roberto.FORMAZIONEAvishai Cohen– trumpetFrancesco Bearzatti– tenor sax, clarinetDoug Weiss – double bassRoberto Gatto– drums

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